Curiosità di Roma
Lo scherzo di Pietro Caffarelli
L’Aracoeli è legata anche a un terribile scherzo che il principe don Pietro Caffarelli giocò alla fine del 1600 a dei poveri contadini che dormivano in gruppo ai piedi della gradinata. Il nobile, mentre i disgraziati riposavano, fece precipitare dall’alto della scalinata diverse botti piene di pietre. I villici furono travolti e si contarono numerosi feriti. Le autorità dell’epoca aprirono un’inchiesta e, con evidente senso di giustizia, stabilirono che la colpa era dei contadini perché con la loro presenza avevano disturbato il sonno del principe.
La scoperta della basilica neopitagorica
Durante i lavori per la sistemazione del terrapieno ferroviario, viene riportata alla luce la misteriosa basilica neopitagorica, la cui costruzione risale alla prima metà del I secolo dopo Cristo. Posto otto metri sotto l’attuale livello stradale, il luogo serviva ai fedeli di Pitagora prima, e a quelli di Mitra poi, per trovare l’equilibrio interiore e scoprire la profonda armonia della natura.
La scoperta della sorgente dell’Acqua Santa
Un bifolco, che conduceva al pascolo le sue bestie nei pressi della via Appia, si accorse con meraviglia che un rivo d’acqua del colore del sangue scorreva lì vicino. Raccapricciatosi, corse via. Il giorno seguente, tornato nello stesso luogo, trovò l’acqua che scorreva limpidissima. Vi immerse le sue mani affette dalla rogna, e queste guarirono spontaneamente, mentre l’acqua si tingeva nuovamente di color rosso. Subito diede notizia del portento. Col tempo, la fama dell’acqua santa divenne tale che anche i pontefici ne fecero uso.
Inaugurazione del “museo” dei precordi
La notorietà maggiore della chiesa è dovuta al fatto che dalla fine del Cinquecento fino al 1825, essendo stata parrocchia e comprendendo nella sua giurisdizione il palazzo del Quirinale, per oltre due secoli e mezzo, ha ospitata le esequie dei papa. Così, tranne poche eccezioni, accolse i precordi di ventidue pontefici, i cui nomi sono incisi su due grandi lapidi nell’abside. Prima dell’imbalsamazione gli organi della cavità toracica erano estratti e sigillati dentro un vaso, che il cappellano del defunto consegnava al parroco, il quale, impartita la benedizione, lo deponeva nella cappella sotterranea.
Consegna dei sussidi alle zitelle
Ogni 25 marzo, per la festa dell’Annunziata, si svolgeva nella chiesa la consegna dei sussidi dotali alle zitelle; vi presenziava il papa, che vi arrivava al termine di una solenne cavalcata con il seguito della corte, tenendo Cappella alla presenza della nobiltà romana. Terminata la Messa le fanciulle, completamente avvolte in un manto bianco a eccezione degli occhi, tanto che erano chiamate le “ammantate”, venivano accompagnate singolarmente con un cero in mano davanti alla sedia del papa e ammesse al “bacio della pantofola”, ricevendo la benedizione e la dote.