Cattedrale di San Gerardo
La Chiesa neoclassica, inaugurata alla fine del XVIII secolo, è dedicata alla Beata Vergine Assunta ed è stata realizzata su progetto di Antonio Magri, allievo del Vanvitelli. La facciata ha un portale architravato con timpano in pietra calcarea e lo stemma del vescovo Bonaventura Claverio inserito al centro. A fianco dell’ingresso laterale è situato l’imponente campanile: a quattro livelli, incoronato da un cuspide piramidale.
All’interno della cattedrale è stato ritrovato un mosaico datato III – IV secolo d.C., che farebbe pensare alla presenza di un “martyrion” paleocristiano proprio nella zona absidale dove venivano custoditi i corpi dei martiri.
Nella Chiesa è custodito un sarcofago di epoca romana in cui, nel 1644, il vescovo Michele Torres fece deporre le reliquie di San Gerardo. Sulla parete destra della navata è murata una lapide con caratteri gotico – beneventani, a testimonianza dell’esistenza di un Duomo anteriore al 1200, visto che il vescovo Bartolomeo resse la diocesi potentina dal 1197 al 1206. La prima cappella a destra è chiusa da un cancello in ferro del XIX secolo e ospita un fonte battesimale. La seconda ha al proprio interno una scultura lignea policroma raffigurante San Gaetano da Thiene, opera di ignoto napoletano del XIX secolo. La terza cappella, invece, contiene un altare del XVIII secolo in marmo policromo, realizzato da una bottega napoletana e sopra il quale vi è un’opera che simboleggia una Madonna con Bambino. L’ultima cappella accoglie un altare della seconda metà del settecento che reca ai lati due stemmi uguali con due leoni sorreggenti una corona.
Ponte San Vito
La data di costruzione del ponte è da porre tra il 248 a.C., anno dell’avvento di Diocleziano, ed il 305 a.C. quando finì il regno dello stesso. Dell’antica struttura del ponte sono rimasti i soli piloni perchè tutta la parte superiore porta i segni di vari interventi di restauro in epoca medioevale e nelle successive, tra le quali è da notare l’abbreviazione degli archi per ottenere una maggiore robustezza. Il ponte S. Vito anticamente chiamato S. Aronzio e S. Orazio, dovrebbe essere parte integrante dell’antico percorso della via Erculea che, nell’attraversamento della Lucania toccava anche la città di Potenza. Il ponte è a tre luci; a pianta rettilinea, su due piloni centrali, fondati nell’alveo del fiume con spallette terminali. Sulle pile si sviluppano tre cerchi a tutto sesto di luci variabili che, impostati alla stessa altezza, riducono progressivamente determinando la pendenza del piano stradale. I piloni, legati tra loro con grappe di ferro, sono costituiti da grandi blocchi di notevole spessore che sopportano la spinta delle acque con speroni triangolari a monte e semicilindrici a valle.
Chiesa della Santissima Trinità
La Chiesa della Trinità risale al secolo XI. L’aspetto attuale è frutto della ricostruzione a seguito del terremoto del 1857, nella sagrestia sono conservate delle tele dei secoli XVII e XVIII, il dipinto su tavola della porta laterale raffigurante l’Annunciazione risalente al ‘500).
Mosaico di Malvaccaro
Presso la località Malvaccaro si possono ammirare i resti appartenuti ad una villa di epoca romana, probabilmente post – Costantiniana. Le strutture murarie presentano pavimenti con mosaici e un’aula absidata con mosaico policromo attorno al quale si aprono cinque ambienti. Nell’aula dell’abside centrale, appena sopraelevata, si trova un motivo decorativo a squame, incorniciato da una fascia di triangoli disposti a spina di pesce dai vari colori. La sala rettangolare è decorata da motivi di ottagoni con stelle inscritte e cerchi concentrici e allacciati. Al centro della sala la decorazione è finita con cerchi concentrici collegati a spazi liberi con crateri a volute e Kalathoi con effetti prospettici. Risalta al centro del mosaico un medaglione che rappresenta due figure umane. Il volto schematizzato con grandi occhi sbarrati fa pensare ad una datazione posteriore a Costantino. Un saggio compiuto sotto il pavimento in battuto di coccio ha rilevato le strutture di un precedente pavimento in coccio di pesto, tracce di un incendio e resti di ceramica databile verso la fine del I secolo d.C. I pezzi di ceramica rinvenuti all’interno della villa presentano, invece, forme tarde con vasi dagli orli a listello verniciati all’interno e frammenti di grandi piatti dell’avanzato III secolo d.C.
Chiesa di San Francesco
La chiesa presenta l’impianto, tipicamente francescano, ad aula unica conclusa da un abside con arco trionfale recante motivi tardo gotici di ascendenza catalana. La navata è coperta da capriate lignee a vista. Il portale è di pietra calcarea di forme duzzesche con una pregevole porta in legno intagliato datato 1499. Sul lato sinistro della Chiesa si alza il campanile, che si articola su quattro livelli con una parte basamentale. Dell’antico convento rimane solo il portale d’ingresso alla base del campanile, in pietra calcarea con motivi decorativi e porta intagliata e traforata. Del Chiostro, che venne ricostruito nel ‘500, è rimasta solo un’ala addossata al lato sinistro della Chiesa.
All’interno della chiesa si trova l’affresco “Il Martirio di San Sebastiano”, opera di Giovanni Todisco da Abriola (1545 – 1566). Un crocifisso ligneo del XVII secolo è sistemato al centro dell’abside.
Teatro “Francesco Stabile”
Nel 1857, un gruppo di privati cittadini acquistarono l’isolato occupato oggi dal teatro facendolo demolire per fare posto alla realizzazione, affidata agli architetti Alvino e Pisanti, del teatro che venne dedicato al musicista lucano maestro Francesco Stabile (1802-1861). L’opera fu completata attorno al 1880. Il teatro fu progettato con caratteristiche molto simili a quelle del più noto Teatro San Carlo di Napoli. La platea, tre ordini di palchi ed il loggione racchiudono l’orchestra ed il palcoscenico, tutto in dimensioni contenute con tale equilibrio da farlo ricordare come un piccolo gioiello nel suo genere. Nel 1990 è terminato il lavoro di restauro che ha conservato l’impianto neoclassico del progetto originale, lasciando inalterati gli stucchi e le decorazioni di Luigi Cangiano, il plafond che rappresenta il Trionfo di Pitagora, molti elementi decorativi, le appliques originali della fine dell’800. Il palcoscenico, inoltre, costruito in abete, mantiene la pedana centrale in pioppo, una delle uniche rimaste nei teatri italiani. In sostanza quindi, nel restauro, si è teso alla conservazione di tutti i caratteri architettonici e di arredo preesistenti, per mantenere all’ambiente l’aspetto più fedele possibile all’originale teatro.
Chiesa di San Michele Arcangelo
La Chiesa di San Michele presenta i caratteri delle chiese di epoca romanica. Il prospetto anteriore è con muratura in conci di pietra lavorati faccia a vista, diviso in tre zone da quattro lesene sistemate alle estremità della facciata ed a segnare l’ampiezza della navata centrale, sopraelevata rispetto alle laterali, che presentano spioventi con pendenze verso l’esterno. Sul lato sinistro la facciata prosegue con un tratto corrispondente ad un ampliamento realizzato nel 1849. Il portale principale presenta un doppio stipite con doppio arco a tutto sesto. Un elemento orizzontale tra le lesene centrali; sottolinea l’arretramento di muratura di facciata della navata centrale. Gli spioventi delle navate minori ed i lati maggiori della navata centrale e di quella laterale destra sono alleggeriti da un filare di archetti pensili. L’ingresso laterale alla chiesa si apre al centro della parete destra, innestato su un elemento di ringrosso della muratura. Il portale è in pietra con conci lavorati faccia a vista ed ha, sopra alla piattabanda, nella lunetta un bassorilievo di “Madonna con Bambino” che ha a sinistra il simbolo francescano ed a destra un elemento decorativo con motivi floreali, la fattura dell’opera è di modesta levatura forse richiamantesi ad antiche tipologie.
Chiesa Santa Maria del Sepolcro
La chiesa si presenta con un portico anteriore a tre archi con basi, stipiti, e capitelli e archivolti in pietra lavorata. Il portico è concluso con un cornicione a romanella, dal quale imposta la copertura a falda che muore contro la facciata. Questa è con tetto a capanna ed un grande oculo, di restauro. Entrando nel portico si trova il portale principale in pietra calcarea a semplici modanature, ai lati sono due stemmi anche in pietra uno Francescano e l’altro nobiliare. Sopra la piattabanda del portale, incorniciata da un costolone di tipo gotico-catalano con i peducci a decori floreali, è una lunetta che contiene un affresco della “Deposizione con le tre Marie”. Il portone ligneo è un pregevole esempio del primo ‘500 con intagli a motivi floreali in riquadri geometrici. Sui lati minori del portico vi sono altri due portali in pietra calcarea, anche del XVI secolo, di buona fattura. Le origini della Chiesa sembra possano collegarsi con la partecipazione di elementi locali alle Crociate, forse la terza del 1190-1191, alla quale presero parte il Conti di Santasofia signori di Rivisco, che era una contrada periferica di Potenza, i quali ritornati dalla crociata avrebbero fatto costruire la prima chiesa. Un’altra ipotesi collega la fondazione al miracolo di San Gerardo operato alla località Santa Maria.
Chiesa di Santa Lucia
La piccola Chiesa di Santa Lucia si affaccia su un larghetto. Per quanto riguarda la fondazione della chiesa non si hanno notizie delle fonti, riteniamo molto probabile che questa Santa Lucia abbia un collegamento diretto con “la chiesa di San Giacomo Apostolo, fuori le mura di Portasalza, senza chierici” che l’arcipresbitero della chiesa di San Michele ebbe dal vescovo di Potenza, Enrico, nel giugno del 1206. L’interno della chiesa è ad aula unica con un solo altare, sopra il portale d’ingresso è sistemata una cantoria lignea con l’organo. Il soffitto interno è realizzato con un plafone ligneo del 1843 decorato con elementi ottagonali a doppia cornice con fioroni centrali a sei petali. Questi elementi sono intervallati con motivi floreali e fogliacei oltre a piccole stelle a sei punte.
Nella chiesa si è conservata un’acquasantiera, proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Sepolcro a Potenza, realizzata in pietra rosata, dal basamento costituito da tre leoni accovacciati che sostengono uno stelo decorato con motivi floreali e fogliacei a girali.
La Cappella della Madonna di Loreto
E’ una piccola chiesa ancora molto frequentata per l’antico culto alla “Madonna d’ Lurita”, Madonna di Loreto, che aveva il centro proprio in questa chiesa, punto di passaggio dei contadini che da Potenza, attraverso la Porta San Giovanni, andavano a lavorare le campagne a Nord della città. Nella prima metà del XVI secolo esisteva già una cappella dell’Annunziata.
Cappella del Beato Bonaventura
La cappella, in origine casa natale del Santo, è costituita da un solo locale diviso in due vani da un arco a sesto ribassato su pilastri quadrati. La facciata è costituita da un portale in pietra calcarea chiara; gli stipiti sono decorati da volute con un serto floreale. La piattabanda presenta al centro due teste di cherubini alati, uno stemma francescano e una corona sovrastano tutta la struttura. Il prospetto è in pietra liscia a quadroni con una finestra a lunetta; un campanile a vela è collocato sul lato sinistro del tetto. All’interno si trova un dipinto del Prayer del 1949, raffigurante l’Ultima Cena. Sul soffitto sono affrescati i quattro Evangelisti, l’Eucarestia e il Sacro Cuore dell’Immacolata. L’altare è in marmo rosso in stile barocco, lo sovrasta il dipinto di Vincenzo Busciolano del 1907, raffigurante il Beato Bonaventura in estasi davanti ad un altare con il tabernacolo.
Palazzo Marsico
Si presenta con un piano seminterrato ed un piano rialzato in conci di pietra con sei paraste in mattoni che lo dividono in cinque comparti, in quello centrale è incluso un portale in pietra chiara con lesene su un alto basamento con arco a tutto sesto di semplice modanatura. Il basamento si sviluppa per tutto il prospetto, le paraste si concludono con capitelli in mattoni sotto un cornicione a semplice sagoma e gattoni che corona il prospetto. Le finestre hanno soglia in pietra, sostenuta da due mensole a volute, ed hanno un timpano sostenuto da altre due mensole. Dalle mensole di sostegno delle finestre due elementi scendono a sottolineare le aperture del seminterrato.
Il Castello
Il Castello, di probabile origine longobarda e sempre legato alle casate con feudo nella Contea Potentina, è risalente, secondo alcuni storici, al 1000. Sicuramente esisteva nel 1268, quando Carlo d’Angiò fece abbattere le mura e il castello della città. La torre cilindrica ancora supersiste, anche se in cattivo stato, potrebbe essere stata l’altissima torre merlata che dominava la valle come segno di potere.
Palazzo Comitale o Loffredo
Una delle poche strutture sopravissute a testimoniare l’edilizia nobile del XVII secolo nel centro città. Presenta un portale architravato in pietra grigia con decorazioni del tipo catalano – durazzesche; sopra questo si apre un loggiato a sei fornici con mostre in pietra liscia. L’edificio, caratterizzato da finestre con soglie su mensole scolpite, risalirebbe, secondo alcune fonti, al 1612 su commissione del conte Carlo Loffredo.
Chiesa di San Rocco
La chiesa è oggetto di grande interese popolare perchè il santo che vi è venerato è uno dei più cari alla tradizione religiosa potentina. L’edificio risale alla seconda metà del XIX secolo e fu realizzato in sostituzione di una più antica cappella che sorgeva nella zona stessa. Vi si conservano due sculture lignee che rappresentano San Rocco e San Vito certamente della seconda metà dell’800 di discreta fattura.
Palazzo Bonifacio
L’edificio, che si può far risalire al XVII secolo, ha pareti esterne con poche aperture tanto da sembrare tutto chiuso intorno al cortile come un fortino. Il prospetto è sottolineato da un cornicione su mensole in pietra sagomata concluso da un frontone triangolare realizzato in pietra e mattoni. Il cortiletto ha tre finestre con balcone e conserva ancora il pavimento lastricato, oltre tre anelli metallici infissi nelle pareti ai quali si attaccavano le cavalcature. Ai lati dei balconcini nel cortile sono visibili quattro ferritoie archibugiere che testimoniano l’uso a fortino avuto dal palazzo. L’ingresso è coperto da una volta policentrica; al piano nobile si accede attraverso un portale lapideo architravato che conduce ad una serie di stanze articolate attorno ad un salone centrale.
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