Cartoline d’epoca
Alcune sono eleganti, altre di fantasia, non mancano macchiette, viste sul mare e allegorie di vita cittadina. C’è un’intera città da scoprire attraverso le cartoline illustrate dei primi anni del ventesimo secolo. Anche a Cagliari nel 1898, come sempre in ritardo rispetto alla penisola, scoppia la passione per questo nuovo mezzo postale. Non ci sono più soltanto il telegrafo e le lettere, ora un messaggio può viaggiare insieme all’immagine della città. La cartolina con le sue illustrazioni colorate, va subito a ruba e una nuova moda impazza tra i collezionisti. A Cagliari i tipografi fanno a gara per produrre le migliori, però va a Pietro Valdès il merito di aver realizzato la prima serie, intitolata ‘Ricordo da Cagliari’. Questa esplosione commerciale, coinvolge pittori e fotografi che abbracciano questa nuova forma di espressione artistica. Le prime non sono ricavate dalle fotografie, ma hanno come punto di partenza le incisioni di giovani artisti locali come Felice Melis Marini che nel 1901 con la delicatezza e l’eleganza dello stile liberty, raffigura scene di innamorati. Famosa quella con ‘sa picciocca’ (la fidanzata) affacciata alla finestra e intenta ad ascoltare la voce dell’amato. Ai primi del novecento però le cartoline non illustrano solo immagini bucoliche, paesaggi o scene di vita quotidiana, come i pescatori o i ‘Piccioccus de crobi’, si immortalano anche avvenimenti storici come la visita di Cesare Battisti nel 1914, oppure le tragiche vicende dello sciopero generale del 1906 a Cagliari.
Idrovolanti a Cagliari
Il giorno prima il quotidiano locale gli aveva dedicato la prima pagina. Di bocca in bocca la notizia aveva fatto il giro della città e dalle otto del mattino del 26 maggio 1928, a Cagliari erano tutti col naso all’insù: scrutavano il cielo in attesa degli aeroplani. L’arrivo in formazione di sessantuno idrovolanti, che ammarando nello stagno di Santa Gilla, avrebbero sollevato spruzzi e scie d’acqua, aveva il sapore di un evento straordinario da non perdere. Infatti, era la prima volta al mondo che si riuniva un’imponente formazione aerea per compiere una crociera di addestramento nel Mediterraneo. Partenza da Orbetello e dopo una prima tappa a Cagliari avrebbe toccato Spagna, Francia e poi fatto rientro, dopo una traversata di 2800 chilometri, nella laguna toscana. Era stato Italo Balbo, nominato da Mussolini sottosegretario all’Aeronautica, l’ideatore di questa prova, utile a suo parere per realizzare una moderna ed efficiente aviazione. Dalle prime ore del giorno i cagliaritani erano andati all’assalto delle postazioni più panoramiche: il bastione di San Remy, Santa Croce, la passeggiata di Buoncammino, piazza d’Armi, persino la terrazza dell’Ospedale San Giovanni di Dio pullulava di camici bianchi: neppure medici e infermieri volevano perdere lo spettacolo. Altri si erano accalcati sui ponti della Scaffa, invece quelli provvisti di permesso potevano assistere vicino al palco delle autorità: il prefetto, il podestà e personaggi illustri accompagnati dalle immancabili signore imbellettate con pizzi, ori, piume e volant. Alle nove e quaranta con l’inconfondibile rombo dei motori i sessantuno “S 59 bis”rapidamente si avvicinarono e dopo un passaggio a bassa quota sulla città si prepararono alle operazioni d’ammaraggio. Era già spettacolare quel volo di uccelli meccanici ma poi visti dai bastioni della città, ancorati alle boe dello stagno, così silenziosi alla luce del tramonto, offrivano un’immagine che aveva il fascino dell’evento irripetibile.