Portale della casa di Pandolfo Collenuccio
Della casa quattrocentesca dell’umanista, storico e giurista pesarese Pandolfo Collenuccio rimane solo il portale. Nella piazzetta, di fronte al portale, era stato collocato il monumento al Collenuccio, inaugurato l’11 luglio 1923, danneggiato e rimosso dopo qualche anno, è stato restaurato e rimesso nella stessa collocazione nel 1988, ma poi nuovamente eliminato negli anni seguenti: da allora piazza Collenuccio è rimasta senza monumento.
Porta Rimini – Mura roveresche
Detta anticamente anche Porta del Ponte o Porta Ravegnana, è l’unica sopravvissuta delle 5 porte che si aprivano nella cinta muraria roveresca che racchiudeva il nucleo urbano. Rimase quasi intatta fino all’inizio del Novecento. L’unico tratto rimasto, mozzato per dare luce alle moderne costruzioni a ridosso, affianca la superstite Porta Rimini, sul cui arco principale sono state poste due lapidi commemorative della liberazione della città dal dominio pontificio (11 settembre 1860) da parte delle truppe piemontesi.
Casa Rossini
La casa rossiniana è un significativo esempio di edilizia urbana minore pesarese. Collocata all’incrocio tra via Rossini e via Gavardini e composta da quattro piani e un sotterraneo, è realizzata per fasi successive tra il XV e XVIII sececolo. Dotata di una pianta rettangolare allungata in cui è inserito un piccolo cortile interno quadrato, presenta tre assi di apertura sul fronte principale. Ad una prima fase costruttiva quattrocentesca, segue la sopraelevazione di due piani e il cambiamento della sequenza delle finestre; un terzo intervento, collocabile intorno ai primi decenni del ‘700, vede ricostruita interamente la facciata principale, variata l’altezza dei solai e trasformati gli interni.
Chiesa di San Francesco
Della ex chiesa del 1290, trasformata poi in sede centrale degli Uffici postali, rimane soltanto la facciata in stile romanico-gotico, impreziosita dal bel portale gotico-ogivale attribuibile a maestri veneziani. P
Fontana del Porto “La Foglietta”
L’architetto Gianfrancesco Buonamici, direttore dei lavori, nel 1754 descrive la fontana “di pure e limpide acque doviziosa, le quali vi pervengono per mezzo d’un Acquedotto, che le riceve dalla condotta medesima dell’acqua, che per un altro Acquedotto va alla Fontana di Piazza…”. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, è stata restaurata nel 1951.
Fontana del Trebbio “Fonte Rossa”
Originariamente collocata all’incrocio tra il corso XI Settembre e via Cavour in occasione del matrimonio del duca Federico Ubaldo della Rovere con Claudia de’ Medici (1621), la fontana, detta “fonte rossa” dal colore del marmo di Verona con cui era costruita, fu trasferita sul piazzale del Trebbio. In tale occasione alla struttura originaria fu aggiunto un obelisco, poi abbattuto. Tra il 1926 ed il 1927 fonte venne ulteriormente spostata, sempre nell’ambito del piazzale del Trebbio, verso il palazzo Montebarocci.
Fontana dell’obelisco
La fontana dell’obelisco fu costruita nel 1828 e collocata in Piazza Doria, di fronte alla Chiesa della Madonna della Scala, rifabbricata modernamente con disegno di Pietro Togni pesarese”. Giuliano Vanzolini, nel 1864, attribuisce la fontana all’architetto riminese Gianfrancesco Buonamici, ma probabilmente il progetto originario del Buonamici era stato ridisegnato “modernamente” dall’ingegner Togni insieme alla chiesa.
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