Lazio

I Macchiaioli a Roma

L'appello dopo la caricaCapita di trovare delle mostre che non possono essere perse. Memorabili, esperienze che devono essere vissute in prima persona, irripetibili, che valgono un viaggio, tempo e denaro. I Macchiaioli sembra essere una di queste, ancora non l’abbiamo visitate ma le premesse sono ottime, sembra proprio di trovarsi di fronte a qualcosa di imperdibile.

La mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate al Chiostro del Bramante di Roma dal 16 marzo al 4 settembre 2016 presenta al pubblico importanti dipinti dei Macchiaioli, collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li ospitarono.

Stiamo parlando di una raccolta di opere veramente notevole, lasciamo la parola alla presentazione della mostra, tutte le altre informazioni disponibili a questo link.

In mostra oltre 110 opere che rappresentano la punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell’epoca, personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in difficili momenti, queste opere – in grado di assecondare il piacere estetico e arricchire le più grandi quadrerie – sono diventate capolavori ricercati anche dai grandi intenditori d’arte dei nostri giorni.

In un percorso di 9 sezioni – ciascuna intitolata alla collezione di provenienza – il visitatore ha la possibilità di scoprire i Macchiaioli, il movimento pittorico più importante dell’Ottocento italiano e il clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi, ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento: si potranno ammirare opere quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco Signorini – fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese: un capolavoro non più visto da decenni -, Il giubbetto rosso (1895) di Federico Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde (1875) e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto al Ritratto di Alaide Banti in giardino (1875 ca.) di Cristiano Banti, Cucitrici di camicie rosse (1863) di Odoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia.

In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori.

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