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I siti dal punto di vista del motore di ricerca

Teoricamente un motore di ricerca deve fornire risultati decenti a chi fa una ricerca utlizzando il suo database, in altre parole non deve far ridere la gente. La cosa sembra semplice in realtà non lo è affatto. Da un lato il motore cerca di capire quello che l’utente sta veramente cercando, dall’altro ha da combattere contro lo spam, i webmaster troppo furbi e quelli troppo scarsi. Esaminiamo questi punti uno a uno

Prendiamo ad esempio la ricerca “hotel roma” sembra la cosa più facile del mondo ma in realtà non lo è affatto. Una delle prime cose che fa il motore è cercare di selezionare le pagine nella lingua più adatta all’utente, infatti teoricamente la chiave “hotel roma” è una frase che ha un suo senso sia in italiano che in inglese. Come fa? Prima di tutto c’è una differenza se l’utente sta ultilizzando google.it oppure google.com, dopodichè cerca di capire la lingua del browser.
Viene poi il secondo punto, forse più interessante. L’utente sta cercando un albergo a Roma ma cosa ci deve fare in questo albergo? Probabilmente vorrà prenotare (google lo sa, e non troppo difficile, perchè ha a disposizione una mole di dati incredibile basata sul comportamento degli utenti).

La semplificazione è assolutamente eccessiva ma rende l’idea della complessit� della richiesta solo apparentemente semplice fatta dall’utente. La parte però veramente difficile è quella che ci sta dietro, ovvero la classificazione delle pagine e dei siti internet esistenti ovvero perchè per quella chiave le prime dieci pagine proposte sono proprio quelle e non altre? Dell’espansione delle query ho già implicitamente detto sopra ma quali altri fattori coesistono per formare la pagina dei risultati?
Qui si entra nel campo delle supposizioni perchè la ricetta completa che va a formare la pagina è ovviamente segreta ma gli ingredienti sono ragionevolemente conosciuti e in alcuni casi si riesce anche a dare una importanza relativa ai parametri ma (e qui viene il bello) il dosaggio degli ingredienti cambia a seconda delle query ….

In ordine rigorosamente sparso vediamo alcuni dei fattori che vengono sicuramente considerati da google:

  1. l’età del dominio. Almeno in questo caso vecchio è meglio
  2. I link diretti verso quella pagina, sia interni che esterni
  3. I tag title e description
  4. Il tema della pagina

Anche prendendo in esame questi semplici 4 fattori (in realtà sono molti di più) si capisce subito che esistono dei parametri che appartengono a tutto il sito e altri che sono riferiti alla singola pagina. L’età del dominio (o del sito se preferite) infatti è indipendente dalla singola pagina mentre i tag sono riferiti proprio a quella pagina di tutto il sito.

Webmaster e Seo ci mettono lo zampino a rendere la vita difficile allo zio google. Ci sono infatti i webmaster scarsi, che hanno una pagina bellissima, ricca di contenuti ma che per pigrizia o incapacità non sono capaci di creare la giusta struttura all’interno del sito per valorizzarla o peggio ancora non sanno usare i tag in modo appropriato. Teoricamente google deve conto anche di questo fatto.
Poi ci sono i webmaster troppo bravi che viceversa sono capaci di presentare un contenuto modesto come eccezionale. I SEO raggiungono lo stato dell’arte dato che quelli veramente bravi riescono a trasformare tutto in oro, sia quello che è effettivamente oro sia quello che non lo è affatto (in alcuni casi producendo i fastidiosissimi spa engine,contenitori di niente ma ottimamente confezionati). Una bella lotta!

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