Il Piccolo Teatro di Milano, il primo teatro stabile italiano, è stato fondato il 14 maggio 1947 da Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi Grassi. Nel 1991, grazie a un decreto ministeriale, il teatro ha assunto la denominazione di Teatro d’Europa.
Attualmente, il Piccolo Teatro è composto da tre sale: la Sala Grassi, che rappresenta la sede storica del teatro ed è situata in via Rovello; il Teatro Studio Melato, uno spazio sperimentale che ospita anche la scuola di teatro; e il Teatro Strehler, la sede principale inaugurata nel 1998.
Dopo la scomparsa di Giorgio Strehler, la direzione del Piccolo Teatro è stata affidata a Sergio Escobar, che ha guidato il teatro dal 1998 al 2020. Luca Ronconi è stato il consulente artistico dal 1999 fino alla sua morte, mentre Stefano Massini ha affiancato Sergio Escobar come consulente artistico dal 2015 al 2020. Dal 1º dicembre 2020, la direzione del Piccolo Teatro è stata assunta da Claudio Longhi.
Il 26 gennaio 1947, la Giunta municipale di Milano deliberò la creazione di un nuovo teatro, chiamato Piccolo Teatro della città di Milano, e gli assegnò come sede il Palazzo Carmagnola, noto anche come Broletto, situato in via Rovello 2. L’edificio era stato precedentemente la sede della Filodrammatica degli impiegati comunali e durante gli anni della R.S.I. era stato utilizzato come luogo di esecuzioni da parte della milizia fascista di Ettore Muti. Lo spazio del teatro è caratterizzato da un palcoscenico dalle dimensioni ridotte (sei metri di profondità per cinque e mezzo di larghezza) e circa 500 posti a sedere. Il nome “Piccolo teatro” deriva, da un lato, dalle dimensioni dello spazio, non certo grandi, mentre dall’altro rappresenta un omaggio al Malij Teatr di Mosca (“piccolo” in opposizione al Bolscioi).
La sede storica del Piccolo Teatro di Milano, situata in via Rovello, è stata oggetto di un intervento di restauro conservativo nel biennio 2008-2009. Grazie a questo intervento, la sala da 488 posti e il palcoscenico sono stati resi più confortevoli e funzionali. Inoltre, durante il restauro, sono stati scoperti degli affreschi attribuiti a Bramante e forse anche a Leonardo. Il restauro ha permesso anche di recuperare il chiostro del Palazzo Carmagnola, intitolato oggi a Nina Vinchi.