Il Teatro alla Scala celebra il centenario della nascita di Franco Zeffirelli con otto rappresentazioni, dal 4 al 26 marzo, della leggendaria Bohème che nacque su questo palcoscenico 60 anni fa, nel 1963, con la direzione di Herbert von Karajan. Si tratta della ventiquattresima ripresa della messinscena (l’ultima risale al 2017) e la prima il 4 marzo sarà la duecentesima rappresentazione. Tre settimane prima della prima lo spettacolo era già esaurito in tutte le rappresentazioni (nello stesso periodo restano solo alcune decine di posti sulle cinque rappresentazioni del balletto Le Corsaire).
La bohème del centenario rappresenta il debutto operistico alla Scala della trentatreenne direttrice coreana Eun Sun Kim, che dal 2021 ha assunto la guida della San Francisco Opera ed è stata apprezzata sul podio del Metropolitan e della Lyric Opera di Chicago. In scena Mimì è Marina Rebeka nelle prime quattro rappresentazioni; Irina Lungu, che nelle prime è Musetta, assume il ruolo della protagonista nelle quattro successive, quando le subentra il giovane soprano italiano Mariam Battistelli al debutto scaligero. Luca Micheletti, applauditissimo Guido di Monfort nei Vespri siciliani di questi giorni, è Marcello, Alessio Arduini Schaunard, Jongmin Park Colline e Andrea Concetti canta Alcindoro e Benoît. Completano il cast due allievi dell’Accademia: Hyun-Seo Davide Park è Parpignol e Giuseppe De Luca il sergente dei doganieri.
La rappresentazione del 14 marzo sarà trasmetta in diretta su www.lascala.tv a partire dalle 19:45.
Un’ora prima dell’inizio di ogni recita presso il Ridotto dei Palchi si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Liana Püschel.
In un’intervista rilasciata a Sergio Talmon, Zeffirelli aveva dichiarato: [Quello di Bohème] “è stato l’allestimento più fortunato di tutta la mia carriera. La qualità è completamente protetta dalle strutture della Scala che tengono molto a questo spettacolo, l’hanno gelosamente conservato, dal Coro e da tutti quelli che ci sono nati dentro e se lo sentono addosso come un abito di casa. Lo centrammo allora. Fu una di quelle cose benedette! Lo azzeccammo, con Karajan! Eravamo evidentemente vent’anni avanti del nostro tempo, perché sedici anni dopo è ancora salutato come l’ultima parola sull’allestimento di Bohème, è ancora fresca, come se fosse concepito oggi, vuol dire che quando lo abbiamo concepito eravamo proiettati nel futuro. Me lo considero la cosa più riuscita di tutta la mia carriera operistica, anche perché ho avuto il piacere di vedere rinascere […] delle memorabili esecuzioni musicali […] che sono fiorite dentro questo allestimento e hanno trovato la loro casa e la loro destinazione armonica perfetta”.
Eun Sun Kim
La coreana Eun Sun Kim è Direttrice musicale della San Francisco Opera. Ha fatto il suo attesissimo debutto nella compagnia dirigendo Rusalka nel 2019. Si è affermata per la prima volta negli Stati Uniti con le esecuzioni del Requiem di Verdi con la Cincinnati Symphony e de La traviata con la Houston Grand Opera, di cui è divenuta Direttrice ospite principale. Nella stagione 2022-23, Kim continua una serie di importanti impegni operistici: dopo La bohème alla Scala torna alla Staatsoper di Vienna per dirigere lo stesso titolo. Inoltre guiderà la Rotterdam Philharmonic nel Requiem di Verdi alla Dutch National Opera. Recentemente Kim ha ottenuto successi in Nord America al Metropolitan, alla Lyric Opera di Chicago, alla Los Angeles Opera e alla Washington National Opera.
Marco Gandini
A rinnovare il rapporto tra questo allestimento e la Scala è chiamato Marco Gandini, assistente di Zeffirelli dal 1992 e quindi regista con all’attivo spettacoli in Italia, dal Maggio Fiorentino al Comunale di Bologna al Festival di Ravenna, e all’estero, da Salisburgo a Seoul e Tokyo. Nessuno come lui ha vissuto da vicino il processo creativo di Zeffirelli. In un’intervista alla nostra Rivista Gandini racconta: “(all’Opera di Roma) il cambio più sostanziale fu operato sui costumi che vennero riconcepiti dal grandissimo Piero Tosi per un’immagine assolutamente nuova e magnifica. Lo spettacolo venne poi riprogrammato alla Scala nella nuova veste con nuove modifiche negli anni successivi: vennero ricostruite le case e la cancellata del terzo atto, in modo tale da permettere anche cambi di scena più veloci, e venne fatta la sostituzione della panchina del terzo atto ove Rodolfo e Mimì concludevano la scena con una fontana centrale che il maestro concepì per la versione del Metropolitan di New York, successiva a quella della Scala. Possiamo dire che queste modifiche sono come gli odierni aggiornamenti di sistema del nostro mondo digitale, e hanno permesso allo spettacolo di mantenersi vivo”.
La ripresa del centenario vede impegnati in palcoscenico alcuni degli artisti di maggior spicco dei nostri anni. Nei panni della protagonista Marina Rebeka, che alla Scala è stata Thaïs e Elena nei Vespri siciliani oltre ad aver preso parte alla serata “…a rivedere le stelle”, mentre nei prossimi mesi è attesa come Norma a Palermo e Leonora nel Trovatore al Covent Garden. Con lei si alterna Irina Lungu, già ascoltata alla Scala in una decina di produzioni (ricordiamo almeno Falstaff, La traviata e L’elisir d’amore) e sarà la prima artista a interpretare su questo palcoscenico nella stessa produzione sia Mimì sia Musetta. La bohème è anche l’occasione di ascoltare finalmente alla Scala Freddie De Tommaso, una delle voci di tenore che si sono affermate più rapidamente negli ultimi anni e che ha debuttato come Maurizio di Sassonia per una sola sera. De Tommaso sarà a Berlino come Cantante italiano nel Rosenkavalier e Alfredo nella Traviata. Il pubblico ritrova anche Luca Micheletti, che ha appena applaudito ne I Vespri siciliani e che tornerà nella prossima produzione de Le nozze di Figaro, ma che a Milano è atteso anche come attore di prosa come protagonista de Il misantropo di Molière con la regia di Andrée Ruth Shammah. Debutta alla Scala come Musetta nelle ultime rappresentazioni Mariam Battistelli, giovane soprano nata in Etiopia e cresciuta a Mantova che si è messa in luce nella compagnia della Staatsoper di Vienna ed è stata Norina nel recente Don Pasquale del Festival di Glyndebourne. Colline è Jongmin Park, che dopo gli studi presso la nostra Accademia ha già partecipato a numerose produzioni scaligere. Benoît e Alcindoro di lusso è Andrea Concetti.
La bohème alla Scala (a cura di Luca Chierici)
Con ormai 385 recite, comprese le trasferte in Giappone, Stati Uniti e Canada, La bohème è il titolo pucciniano più rappresentato alla Scala e forse l’opera più amata dal pubblico, presente in teatro senza soluzione di continuità a partire dalla prima esecuzione del 15 marzo 1897 che seguì la prima assoluta avvenuta a Torino il 1° febbraio 1896 sotto la direzione di Toscanini. La prima scaligera, affidata a Leopoldo Mugnone con la Mimì della Pandolfini e il Rodolfo di De Lucia, ebbe un successo decisivo, riportato dalle cronache dell’epoca che parlarono di “sei chiamate a Puccini”, “spettacolo eccezionale”, “ovazioni e acclamazioni senza fine”. Un’accoglienza che smentiva felicemente quella piuttosto tiepida riservata all’opera dal pubblico e soprattutto dalla critica torinese, che spesso si era lanciata in commenti confutati in seguito in maniera clamorosa: leggere oggi giudizi che parlano di “musica che può allettare, difficilmente commuovere” o previsioni secondo le quali La bohème “non lascerà grande traccia nella storia del nostro teatro lirico” fanno davvero sorridere.
Tra le invarianti fondamentali di Bohème alla Scala figura il complesso di regia e scene affidate dal 1963 a Franco Zeffirelli, e da allora mutate solamente per l’intervento dei costumi di Anna Anni (1994) e Piero Tosi (dal 2000), che sostituirono quelli a lungo utilizzati di Marcel Escoffier (dal 1963 al 1991). La Bohème di Zeffirelli, della quale si realizzò anche la trasposizione cinematografica, è in assoluto uno degli spettacoli d’opera di maggior successo; non ha mai conosciuto una flessione nel gusto del pubblico e nell’apprezzamento da parte della critica, tanto da vivere una seconda giovinezza sia alla Scala nel 2012 (Zeffirelli giunse alla ribalta in carrozzina, visibilmente commosso per la standing ovation da parte del pubblico) e nel 2017, sia al Metropolitan. Precedentemente all’intervento di Zeffirelli, per un lungo periodo che va dal 1934 al 1955, La bohème era stata rappresentata con la regia di Mario Frigerio e le scene di Nicola Benois. Come nel caso di altre opere che si può dire vivano di vita propria, anche La bohème è relativamente indipendente dalla fama dei direttori e cantanti, pur famosissimi, che si sono avvicendati in teatro. Le bacchette di Karajan e Kleiber hanno firmato due edizioni certamente indimenticabili nel recente passato, ma fin dall’inizio sul podio si erano alternati grandi nomi, a partire da Toscanini. Votto, Guarnieri e Santini furono protagonisti delle Bohème tra le due guerre, mentre il secondo dopoguerra vide la presenza prestigiosa di De Sabata (che portò anche l’opera in trasferta a Berlino nel giugno del 1937) e Bernstein. Sempre a proposito di trasferte, vanno ricordate qui le quattro recite moscovite del settembre 1964 e le ulteriori quattro del novembre dello stesso anno a Monaco di Baviera, con Karajan e la straordinaria compagnia che così tanto aveva contribuito al successo dell’allestimento. Ancora Karajan sarà ambasciatore della Scala nell’ottobre del 1967 durante le celebrazioni per l’Expo di Montreal, mentre le quattro recite a Washington allestite nel settembre del 1976 in occasione del bicentenario degli Stati Uniti verranno dirette da Prêtre. Negli anni 2000 la direzione è stata affidata anche a giovani emergenti quali Gustavo Dudamel (2008, 2015) e Daniele Rustioni (2012) fino alla ripresa del 2017 con Evelino Pidò, già professore d’orchestra alla Scala. Mimì di fama indiscussa furono nel passato Rosina Storchio, Rosetta Pampanini, Mafalda Favero, Licia Albanese (che cantò in quel ruolo nell’incisione di Toscanini), Magda Olivero e la giovane Renata Tebaldi, Renata Scotto e Rosanna Carteri, per arrivare forse a quella più nota ai nostri tempi – Mirella Freni – che ha dominato le recite dal 1963 al 1994, con l’intervallo della Cotrubas negli anni Settanta. Altrettanto decisivo fu l’apporto dei Rodolfo di eccezione, da Di Stefano e Gianni Raimondi a Pavarotti e Carreras, con una breve partecipazione di Domingo. Fernando De Lucia e Aureliano Pertile furono gli idoli di un’epoca ormai lontana, anche se riascoltando oggi le testimonianze discografiche del primo tenore si rimane sconcertati di fronte ad alcune libertà espressive che ci sembrano del tutto fuori luogo.
Musette di eccezione furono ad esempio Alda Noni, Graziella Sciutti e Lucia Popp. Nel ruolo di Marcello si segnalarono artisti quali Stabile, Bastianini, Panerai, Gobbi, Cappuccilli e Nucci mentre Colline ebbe l’onore della voce di Ghiaurov nel 1994, dopo che il ruolo era stato ricoperto da bassi come Pasero, Siepi, Vinco, Modesti, Zaccaria e Christoff. Tra le giovani voci impegnate in Bohème negli anni 2000 ricordiamo senz’altro Piotr Beczala e Vittorio Grigolo, Angela Gheorghiu, Anna Netrebko e Maria Agresta.
Date:
Sabato 4 marzo 2022 ore 20 – abbonam. Prime Opera
Martedì 7 marzo 2022 ore 20 – turno M
Sabato 11 marzo 2022 ore 20 – fuori abbonamento
Martedì 14 marzo 2022 ore 20 – turno O
Giovedì 16 marzo 2022 ore 20 – fuori abbonamento
Domenica 19 marzo 2022 ore 14.30 – turno N
Mercoledì 22 marzo 2022 ore 20 – turno G Under30 e 30/35
Domenica 26 marzo ore 14.30 – fuori abbonamento
Prezzi: da 250 a 30 euro più prevendita (biglietti esauriti)
Infotel 02 72 00 37 44
Teatro alla Scala – Vivaticket