Nel giugno del 1815 Ferdinando IV di Borbone fece il suo rientro trionfale a Napoli dopo un decennio di dominazione francese. Ritornò dall’esilio accompagnato dalla seconda moglie Lucia Migliacco, duchessa di Floridia.
La sposa morganatica possedeva una residenza estiva sopra una collina del Vomero: Villa Floridiana (nome desunto dalla duchessa).
L’architetto Antonio Niccolini nel 1817 progettò la ristrutturazione della villa e del parco, seppe accostare con grande maestria lo stile neoclassico della villa alla sistemazione inglese del parco applicando i criteri prospettici e illusionistici proposti da William Kent per il giardino proto – romantico e orientaleggiante.
Niccolini creò effetti pittoreschi in alcune zone del parco: alternando praterie a boschetti e balze scoscese; nelle vicinanze degli edifici adottò soluzioni regolari e simmetriche concordi con il gusto neoclassico delle architetture.
Il lungo viale d’accesso fu conservato per dar risalto alla villa; mentre nell’ultimo quarto dell’ottocento venne modificato da una serie di viali curvi per aumentare l’effetto scenografico del parco.
La presenza del giardino in stile inglese spicca nelle vicinanze del tempietto ionico, nel boschetto di camelie, nel “teatrino della verzura”, originale esempio di architettura del verde, circondato da una siepe di bosso.
Il parco di Villa Floridiana rimane, oggi, un documento importante per la storia del giardino: testimone di un sincretismo stilistico di motivi classici francesi, della maniera romantica inglese e del gusto del giardino all’italiana.