LA PINACOTECA DEL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO
SI ARRICCHISCE DI UNA NUOVA IMPORTANTE OPERA LEONARDESCA
LA MADONNA LIA
Il dipinto, eseguito attorno al 1495 da Francesco Galli, detto Napoletano, allievo di Leonardo, raffigura una Madonna con Bambino, che prende il proprio nome dal collezionista Amedeo Lia che ne fa generosamente dono alla città di Milano.
La tela conserva una preziosa testimonianza iconografica: la prima veduta di cui si ha finora conoscenza del Castello Sforzesco, così com’era stato riedificato da Francesco Sforza nel 1450, e che servì da modello per la ricostruzione della Torre del Filarete da parte di Luca Beltrami
Dal 7 dicembre, la Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano si arricchirà di una nuova importante opera, un dipinto leonardesco di eccezionale valore storico e artistico. Si tratta della MADONNA LIA, eseguita attorno al 1495 da Francesco Galli, detto Napoletano (Napoli, ? – Venezia, 1501), allievo di Leonardo, che raffigura una Madonna con bambino, che prende il proprio nome dal collezionista Amedeo Lia che ne fa generosamente dono alla città di Milano
La tela propone un tema molto caro a Leonardo, replicato e reinterpretato dai suoi allievi in numerose versioni. I modelli vinciani cui Francesco Napoletano fa riferimento sono molteplici: l’impostazione generale del dipinto richiama la Madonna del garofano (Monaco, Alte Pinakotheck), così come la tipologia fisionomica e l’interpretazione del volto di Maria hanno strette assonanze con quello della pala detta Vergine delle rocce, dipinta da Leonardo per la chiesa milanese di San Francesco Grande, ora scomparsa.
Ma è nello sfondo del dipinto l’elemento iconografico di particolare interesse e di chiara matrice leonardesca che ha indotto Amedeo Lia a destinare l’opera alle Civiche Raccolte d’Arte di Milano: alle spalle della Madonna, due finestre si aprono su un paesaggio ideale che attira lo sguardo. Sulla destra, una veduta del Castello degli Sforza, con due possenti torrioni circolari che rinserrano la fronte principale rivolta verso la città: si tratta di una straordinaria testimonianza iconografica, l’unica tradotta in pittura, che ci rimanda l’immagine del monumento riedificato da Francesco Sforza nel 1450. È su questa fonte che Luca Beltrami potrà ricostruire agli inizi del novecento la Torre del Filarete, andata distrutta nel 1521, completando così il restauro del Castello Sforzesco.
Con questo dono destinato al Castello Sforzesco, dunque, Amedeo Lia restituisce significativamente il dipinto al luogo che esso rappresenta.
Questa donazione avviene a distanza di dieci anni dall’apertura del Museo Lia di La Spezia, voluta da Amedeo Lia a suggello del dono alla sua città di adozione della sua straordinaria collezione, nota a livello internazionale: una raccolta di dipinti, miniature, sculture, oggetti di arte antica che compone una sorta di compendio di arte italiana dal Duecento al Settecento.
È significativo, dunque, che il dipinto di Francesco Napoletano venga separato dal resto della collezione e destinato alle collezioni civiche milanesi: un gesto di amore per l’opera d’arte e il suo significato storico e, nello stesso tempo un gesto di grande generosità verso la città di Milano.