Cappella degli Scrovegni
La Cappella degli Scrovegni fu edificata nel 1303 per volere di Enrico Scrovegni con il fine di espiare i peccati di usura del padre.
La decorazione dell’unica navata fu commissionata a Giotto che terminò i lavori nel 1305, anno di consacrazione della cappella.
Il ciclo narrativo degli affreschi descrive le Storie della vita della Vergine e di Cristo, scandite in tre fasce, suddivise in riquadri lungo le pareti; l’alto zoccolo di base raffigura le allegorie dei Vizi e delle Virtù a chiaroscuro.
Sopra all’arco trionfale di fronte all’entrata ritroviamo la scena dell’Annunciazione; nella controfacciata il maestoso Giudizio Universale; nella volta a botte, racchiusi in due medaglioni, le effigi di Cristo e di Maria circondate dai Profeti.
Giotto è riuscito a creare una dimensione spaziale nuova, uno spazio illusorio, simbolico della pittura che supera quello fisico dell’architettura. Notevole la composizione dei due finti Coretti che creano una illusione di profondità.
Anche il colore gioca un ruolo decisivo e innovativo: accentuazione delle graduazioni tonali e contorni incisivi; una perfezione di segno e una cura maniacale della tecnica che si accosta più a una pittura da tavola che a una decorazione murale.
Quest’opera simboleggia la maturità artistica di Giotto e viene eletta a simbolo della città di Padova.
Per una migliore conservazione della cappella la fruizione è limitata a 25 persone alla volta con 4 turni all’ora. E’ obbligatoria la prenotazione.
Durante l’anno la Cappella osserva i seguenti giorni di chiusura: Natale, Santo Stefano, Capodanno, 1° maggio.
Battistero del Duomo
Il battistero del Duomo, eretto in stile romanico nel 1075, con ritocchi del 1260, intitolato a San Giovanni Battista, fu affrescato nel 1375-78 dal pittore fiorentino Giusto De’ Menabuoi.
All’interno il ciclo pittorico inizia dallo stupendo Paradiso che decora la cupola, prosegue con le Storie del Battista, prosegue con le Storie di Maria, la Passione, Morte e Risurrezione di Cristo.
Attorno all’altare i 43 riquadri rappresentano scene dall’Apocalisse di San Giovanni Evangelista.
Basilica di Sant’Antonio
La Basilica di Sant’Antonio (o del Santo), iniziata subito dopo la morte del Santo (1231) e compiuta agli inizi del secolo successivo, è una grandiosa costruzione in stile romanico-gotico con otto cupole e campanili orientaleggianti. Custodisce la salma di Sant’Antonio ed è meta di devoti da tutto il mondo.
Tra le innumerevoli opere d’arte conservate al suo interno emergono gli affreschi di Altichiero e di Giusto de’ Menabuoi (fine del ‘300); il Crocifisso, le statue e i rilievi in bronzo dell’Altare maggiore, opere insigni di Donatello (1444-1448); l’altare del Santo e la Cappella del Tesoro.
Sul sagrato si eleva la statua equestre del condottiero Gattamelata, capolavoro di Donatello, compiuta nel 1453.
Anfiteatro Romano
A fianco dell’ex convento degli Eremitani sono ancora visibili le rovine dell’anfiteatro romano di Padova: l’edificio, che ospitava principalmente ludi gladiatori, venne costruito tra la fine dell’età repubblicana e l’inizio dell’imperiale. Nel Medioevo subì una quasi totale demolizione finalizzata al reimpiego dei materiali.
I ruderi si trovano all’interno dei Giardini dell’Arena, accessibili anche da piazza Eremitani e da via Porciglia.
Duomo
L’attuale Duomo, ricostruito tra il XVI e il XVIII secolo, sulla base di un progetto a cui partecipò anche Michelangelo, ha facciata grezza e interno grandioso nella sua semplicità.
La Sagrestia dei Canonici è abbellita da numerose e importanti opere pittoriche dei secoli dal XIV al XVIII, prodotte da artisti quali P. Bordone, Giandomenico Tiepolo e G. Bassano. Nella stessa Sagrestia è custodito un Tesoro con oggetti preziosi d’oro e d’argento databili dal 1200 al 1500.
Splendide statue dell’artista toscano Giuliano Vangi abbelliscono il presbiterio, inaugurato nel 1997.
Palazzo del Bo
Il grande complesso edilizio, eretto tra il 1542 e il 1601 con aggiunte moderne degli anni 1920-1940, è la sede centrale dell’Università, fondata nel 1222. Di grande interesse sono il Cortile Antico (metà del ‘500)di Andrea Moroni; la Sala dei Quaranta, ove si conserva la cattedra di Galileo Galilei, che insegnò a Padova dal 1592 al 1610; l’Aula Magna, ricca di stemmi e di decorazioni; il celebre Teatro Anatomico di Gerolamo Fabrici D’Acquapendente, il più antico del mondo (1594).
Prato della Valle
In origine teatro romano, ridotto a un acquitrino, il Prato fu risanato nel 1775, per volontà del procuratore veneziano Andrea Memmo, assumendo l’attuale aspetto monumentale: una grande isola verde ellittica, tagliata da quattro viali in corrispondenza dei quattro ponti, circondata da un canale ornato da 78 statue di uomini illustri, nati o in qualche modo legati a Padova.
E’ un luogo tradizionale di fiere e divertimenti.
Tomba di Antenore
Al centro della piazza Antenore è posta la cosiddetta Tomba di Antenore (1283), il mitico fondatore troiano di Padova le cui spoglie, qui rinvenute nel 1274, sono in realtà quelle di un guerriero del II-IV secolo d. C. L’urna ad acroteri è collocata sotto un’edicola in laterizi cuspidata a fianco della quale è l’Arca di Lovato de’ Lovati (1309), il preumanista padovano che promosse la realizzazione della tomba.
Oratorio di San Giorgio
Situato accanto alla basilica del Santo, l’Oratorio fu iniziato nel 1377 da Raimondino Lupi di Soragna, condottiero dei Da Carrara, come cappella funebre di famiglia e terminato nel 1384. L’interno, dove rimangono pochi frammenti del sepolcro di famiglia, opera di Andriolo de’ Santi, è coperto da affreschi di Altichiero (1379-84), forse con la collaborazione di Jacopo Da Verona. Il ciclo, che per la distribuzione a fasce orizzontali rimanda alla decorazione di Giotto degli Scrovegni, è una delle testimonianze più alte della pittura italiana del Trecento. Sede dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio, fu eretta a partire dal 1427 e sopraelevata nel 1504; è coronata da statue attribuite ad Antonio Bonazza. Il salone superiore, cui si accede per uno scalone realizzato nel 1736 da Giovanni Gloria, è tutto decorato da affreschi che costituiscono il più noto complesso di pitture del primo ‘500 a Padova. Tra gli altri “Il neonato proclama l’innocenza della madre”, “Risana la donna pugnalata dal marito” e “Riattacca il piede al giovane”, tutti opera di Tiziano Vecellio.
Palazzo della Ragione
Il Palazzo, eretto nel 1218 e arditamente sopraelevato nel 1306 da fra’ Giovanni Degli Eremitani, era la sede dei tribunali cittadini. Il piano superiore è occupato da una delle più grandi sale pensili del mondo, il “Salone” (81 x 27 metri), le cui pareti sono interamente affrescate con soggetti astrologici e religiosi (1425-1440). Nella sala è conservato un gigantesco cavallo ligneo, costruito per una giostra nel 1466.
Chiesa degli Eremitani
Costruzione romanico-gotica, ha, all’interno, un caratteristico soffitto a carena, tipico dell’architettura veneta del XIV secolo, e varie cappelle con mausolei.
Nella cappella Ovetari, semidistrutta durante l’ultima guerra, sono rimasti pochi degli affreschi del Mantegna, di Giovanni D’Alemagna e del Vivarini. Il portale rinascimentale sul lato destro, sormontato da un protiro pensile, è ornato di sculture rappresentanti i Mesi, opera di Baroncelli (circa 1442).
Oratorio di San Rocco
Semplice edificio, ora di proprietà comunale, costruito dall’omonima confraternita a partire dal 1525. Ne decorano l’interno, ad aula unica con presbiterio a loggetta colonnata, affreschi eseguiti attorno al 1537 da Alessandro Mganza, Domenico Campagnola, Girolamo del Santo, Gualtiero Padovano e Stefano Dall’Arzere. P
Palazzo degli Zabarella
Il Palazzo è nato come Casa fortezza turrita e merlata, di particolare architettura medioevale, la cui costruzione è iniziata a partire dal 1150. Prima dimora dei Carraresi, signori di Padova, poi della nobile famiglia degli Zabarella che, ad iniziare dal Cardinale Francesco Zabarella, l’ha posseduta nei secoli sino a tutto il 1800. E’ affrescato da Francesco Hayez. Vi si trovano reperti romani e altorilievi di Luigi Strazzabosco. Dopo più di ottocento anni la Fondazione Palazzo Zabarella ha fatto rinascere il monumento come ideale contesto per appuntamenti culturali di grande respiro internazionale. La luminosa entrata con caffetteria, il colonnato, lo scalo neoclassico di Danieletti, le decorazioni di Giuseppe Borsato, il ciclo parietale di Francesco Hayez e l’ariosa stanza semicircolare del piano superiore sono luoghi da sempre dedicati all’estetica, oggi ripensati per essere prestigiosa cornice di eventi.
Loggia e Odeo Cornaro
Loggia e Odeo furono ideati per volontà del veneziano Alvise Cornaro, facoltoso proprietario terriero amante delle arti e della cultura classica, nonchè mecenate di dotti e artisti. Il complesso, costituito in origini da vari edifici ed immerso nel verde di giardini rinascimentali, comprende attualmente la Loggia, edificata in forme classicheggianti nel 1524 su progetto dell’architetto veronese Giovanni Maria Falconetto come quinta per rappresentazioni teatrali, e la palazzina dell’Odeo, luogo appositamente ideato dallo stesso Cornaro per la musica e conversazioni erudite che, nell’impianto centrale ad ottagono, rivela un’approfondita conoscenza dell’architettura antica. Erano probabilmente di formazione romano-mantovana gli anonimi artisti che decorarono la volta della Loggia con una serie di affreschi mitologici dal significato ancora in gran parte oscuro; sono attribuiti al pittore olandese Lambert Sustris i luminosi paesaggi raffigurati nelle sale ad esso attigue. In considerazione della fragilità e della ristrettezza degli spazi, l’accesso è consentito solo per turni e per piccoli gruppi accompagnati. La collocazione del Complesso, proprio di fianco alla chiesa del Santo, la rende un punto di attrazione notevole. Il complesso è chiuso tutti i lunedì non festivi, Natale, Santo Stefano, 1 gennaio, 1 maggio, 15 agosto. L’orario di apertura per il sabato e la domenica pomeriggio, nel periodo dal 1/06 al 30/09, è dalle 16.00 alle 19.00.