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Parma per noiParma e la musica: il mito di Verdi

“Il 27 gennaio(1901) muore a Milano il nostro grande Giuseppe Verdi. Era nato a Roncole di Busseto il 10 ottobre 1813 da povera famiglia e in ambiente culturale molto povero. Con la tenacia tipica dei contadini della bassa, con il suo genio, si è fatto quasi da solo uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Risibile ci appare oggi il giudizio della commissione milanese davanti alla quale si era presentato nel 1832 per l’ammissione a quel Conservatorio: “Non sa suonare il cembalo, non imparerà mai; riuscirà mediocre…”. (…)Durante i moti del Risorgimeno il suo nome era diventato il simbolo dell’unità italiana. “Viva Verdi” si scriveva sui muri delle casee si gridava ad ogni occasione, nei teatri, nelle radunanze, sempre. E si voleva significare: “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”. Il 20 aprile 1872 aveva curato al Teatro Regio la prima rappresentazione italiana dell’Aida, una delle sue opere più amata dai parmigiani”.

La nascita dell’Ospedale Vecchio

Alla fine del XII secolo Parma vede un momento di grandi cambiamenti urbanistici(spesso conseguenti a calamità naturali)che portarono il comune ad un allargamento: “A governare questa città diventata grande c’è il Comune che assicura l’amministrazione della giustizia, la tutela dell’ordine pubblico, la polizia mortuaria, l’uso delle strade e delle acque pubbliche, la vendita del sale proveniente da Salsomaggiore. Agli ospedali non ci si pensa ancora; i ricchi si curano a casa, i povri fanno prima a morire. A costoro ci pensa nel 1201 Rodolfo Tanzi che fonda un ospedale nell’Oltretorrente in un edificio con tanti portici che esiste ancora in via d’Azeglio. Prima i calzolai, ma poi certamente anche le altre corporazioni di artigiani, versano a quest’ospedale dei contributi, acquistandosi il diritto di essere ricoverati in caso di malattia. (…) L’ospedale di Rodolfo Tanzi diventerà più tardi ospedale pubblico e tale rimarrà fino alla costruzione del nuovo complesso ospedaliero di via Gramsci”.

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