Ancora una volta sul forum di GiorgioTave si sta sviluppando un concetto interessante. Nell’approfondimento dell’argomento citato stanno venendo fuori ottime considerazioni sia dal punto di vista del cliente, sia da quello dell’albergtore.
La prima grossa distinzione sembra essere legata al motivo ultimo del viaggio: nel caso di vacanza gli utenti sembrano orientati verso i singoli siti degli alberghi, nel caso di viaggio per lavoro o necessità preferiscono utilizzare i portali.
Questo porta anche a una differenza per l’albergatore: il proprietario di una struttura dedicata tipicamente alla vacanza avrà maggiore vantaggio a investire nel proprio sito mentre chi ha il tipico albergo occupato nei giorni lavorativi probabilmente farà bene a investire associandosi a un portale.
Siccome da cosa nasce cosa il topic si sta ulteriormente sviluppando e in molti lamentano l’eccessiva frammentazione delle strutture ricettive italiane. E’ la solita vecchia lementela che sento praticamente da sempre, non necessariamente riferita alla ricettività, infatti sin dai tempi dell’università sento sempre dire che le aziende italiane sono troppo frammentate.
Io personalmente non la penso affatto così: mi limito a prendere atto del fatto che praticamente tutte le grandi aziende italiane funzionane male (salvo rarissime eccezioni), nella maggior parte dei casi sopravvivono solo grazie ad interventi dello stato e quindi in ultima analisi sono mantenute proprio dalle tasse delle piccole e vitali aziende italiane.
Io non mi trovo a dover gestire un albergo, sono un semplice spettatore. Mi limito però a prendere atto del fatto che per un albergo accettare prenotazioni tramite un portale significa rinunciare a una fetta notevole del proprio margine (parliamo di un importo che va dal 15 al 30% della prenotazione) oltre ad avere spesso vincoli di altro tipo.
Certo investire in un sito proprio comporta anche un certo rischio, se invece il portale non porta frutti non ci sono commissioni da pagare (a parte il canone annuale di adesione) ma non credo che sia questa la strada giusta da percorrere.
Salvo le eccezioni del caso (albergo in zona fiera a Milano, per esempio) investire nel proprio sito significa costruire qualcosa, partecipare a un circuito potrebbe anche dare dei frutti a breve termine ma in ultima analisi crea una dipendenza che sarà poi molto difficile da spezzare.
Costruire un sito non è così difficile come sembra, bisogna riuscire a trovare l’agenzia giusta e capire la necessità di promozione, occorre seguire il sito e continuare ad aggiornarlo, dedicando un po’ di tempo ed energia ogni giorno ma secondo me è una delle differenze tra essere imprenditore e direttore di un albergo. L’imprenditore deve considerare anche quello che succederà tra 30 anni, il direttore ha interesse in un intervallo temporale molto più ristretto.